Infiammazione intestinale: sintomi, approccio dietetico e rimedi naturali
Che si tratti di un disturbo momentaneo o continuativo, l’infiammazione dell’intestino rappresenta una delle affezioni più comuni, spesso connessa a reazioni anomale del sistema immunitario che tende a intaccare in maniera eccessiva e inadeguata l’apparato digerente con le proprie cellule. La genetica, pertanto, gioca un ruolo di prim’ordine in tal senso, anche nei soggetti di giovane età. Non solo. Possono influire uno stile alimentare scorretto, eventuali intolleranze al glutine e al lattosio, e l’accumulo di stress.
Infiammazione intestinale: i sintomi più comuni
Dalla bocca all’ano, o, più in generale, il grosso intestino: queste le parti che possono essere interessate da flogosi intestinale. Comprendere se si è affetti da malattie associabili alla patologia in questione è semplice. Innanzitutto, è necessario porre attenzione ai sintomi della mucosa infiammata più comuni: dolori addominali, pancia gonfia, flatulenza, costipazione, diarrea o alternanza di entrambi.
In un secondo momento, risulta indispensabile distinguere disturbi passeggeri da sindromi croniche. I primi non hanno effetti dannosi a lungo termine sull’intestino o sugli altri organi. Tra i più frequenti, ricordiamo:
- la stomatite, infiammazione del cavo orale che comporta secchezza della bocca, afte, difficoltà a deglutire, aumento della salivazione, alterazione del gusto, raucedine, sanguinamento gengivale;
- la sindrome del colon irritabile, caratterizzata da spasmi addominali ricorrenti, in relazione alla defecazione e al cambiamento della frequenza o della consistenza delle feci. Fattori ambientali o genetici possono essere le cause scatenanti.
- l’enterite, che colpisce l’intestino tenue, i cui responsabili sono spesso virus e batteri rintracciabili negli alimenti ingeriti. Dolori, diarrea, mancanza d’appetito, nausea, vomito e borborigmi, le conseguenze.
L’enterite, dal canto suo, può trasformarsi anche in un disturbo cronico, generato da allergie alimentari, celiachia o giardiasi. In genere, comunque, le patologie con effetti perenni possono causare febbre e anemia, o complicazioni più serie, come calcoli renali, biliari e indebolimento delle ossa. I casi più estremi riguardano:
- il morbo di Crohn, inteso come infiammazione acuta del tratto gastrointestinale, che riconosce il fumo da sigaretta tra i fattori di rischio. I sintomi più gravi sono: dissenteria cronica, perdita di peso, infezioni delle vie urinarie, fistole, ulcere, ascessi, megacolon tossico (paralisi dell’intestino tenue con sviluppo massivo di gas per cui è richiesto l’intervento chirurgico), ostruzioni intestinali e tumore del colon;
- la colite ulcerosa, che interessa il retto. Oltre alla sintomatologia sopracitata, può provocare peritoniti (infiammazione della mucosa che riveste la cavità addominale); sanguinamento; coliti fulminanti, violente e progressive, che danneggiano le fibre nervose addominali, perforando il colon con successiva peritonite diffusa.
Alimentazione per l’infiammazione intestinale: come comportarsi
Tra le cause che stanno alla base delle malattie infiammatorie intestinali vi è il cibo. Il nostro regime alimentare quotidiano, infatti, influisce particolarmente sulla salute dell’apparato digerente. Grassi e carboidrati gli indiziati per eccellenza. In particolare:
- i grassi trans sono tra i più nocivi, poiché tendono ad aumentare anche il livello del colesterolo nel sangue. Si formano durante il trattamento degli oli vegetali, e ne sono ricchi snack e dolci industriali, brioches, dadi da brodo;
- anche i cibi pronti, come sughi, zuppe, pesce e petto di pollo impanato, contribuiscono allo sviluppo della flogosi intestinale poiché carichi di dolcificanti, coloranti, additivi, esaltatori di sapidità;
- tra gli altri “colpevoli”, figurano gli insaccati, la carne processata, i prodotti caseari e l’alcol, soprattutto se consumato in eccesso. L’ideale sarebbe un bicchiere di vino al giorno per le donne, e due per gli uomini.
Per chi soffre, dunque, di intestino infiammato, è consigliabile puntare su:
- cereali quali orzo, grano saraceno, avena, segale, farro, grano, riso, fonti di minerali, ferro, fosforo e vitamine del gruppo B, che aiutano a tenere sotto controllo anche i livelli glicemici;
- olio d’oliva e frutta secca, con particolare attenzione alle noci;
- frutti esotici, come avocado e ananas. Quest’ultimo contiene la bromelina, enzima con proprietà antinfiammatorie. Stesso discorso vale per aglio e frutti di bosco;
- carciofi, contenenti cinarina, che favorisce la digestione;
- acqua, almeno 1,5 litri al giorno.
Rimedi naturali per l’intestino infiammato
Combattere anche le infiammazioni intestinali più gravi si rivela, quindi, più immediato del previsto. Non serve, però, ricorrere sempre e solo ai classici farmaci. Esistono diversi rimedi naturali altrettanto efficaci, come i probiotici, capaci di sconfiggere i microrganismi patogeni, rafforzando la barriera intestinale e stimolando il sistema immunitario. Non a caso è stato portato avanti dai ricercatori del Cleveland Medical Center uno studio attorno a uno speciale mix di probiotici composti dai batteri Escherichia coli e Serratia marcescens, e dal lievito della specie Candida. Disponendo la miscela su biofilm, si è notato come fosse in grado di ridurre il debito formatosi sulla pellicola. Nel caso dell’intestino umano, dunque, il mix di probiotici in questione potrebbe contrastare lo sviluppo di biofilm dannosi, che generano disturbi infiammatori cronici, come il morbo di Crohn, la colite ulcerosa, la sindrome del colon irritabile e il tumore. Una frontiera in via d’esplorazione, che aprirebbe le porte a cure più incisive anche nel caso di patologie dannose e irreversibili.
L’Omega 3, dal canto suo, rappresenta una valida alternativa nel trattamento dei disturbi intestinali. A provarlo, una ricerca effettuata dal National Institute of Nutrition di Hyderabad, in India, e pubblicata sul British Journal of Nutrition: l’acido grasso, contenuto in larga parte nel pesce, riduce la produzione di molecole coinvolte nei processi infiammatori, come l’Omega 6, individuabile nella maggior parte degli alimenti che consumiamo giornalmente. Assumere acido alfa-linoleico, pertanto, permette di placare l’attività della mieloperossidasi e della fosfatasi alcalina, proteine associate all’infiammazione, nonché delle citochine Tumor Necrosis Factor-alfa e Interleuchina-1beta. Per la cura delle coliti, risultano, perciò, indispensabili prodotti ittici come l’olio di pesce, o, all’occorrenza, integratori a base di Omega 3.
Tra gli altri rimedi naturali, è doveroso annoverare:
- la curcuma, che svolge attività antinfiammatoria e miorilassante, dal momento che distende la muscolatura liscia e combatte la sindrome del colon irritabile;
- lo zenzero, che migliora la funzionalità gastrica, placa la diarrea, e riduce il gonfiore;
- la menta piperita, da non assumere, però, se si soffre di reflusso gastroesofageo;
- la melissa, pianta carminativa, che elimina i gas e i dolori ad essi associati;
- l’olio essenziale di dragoncello, in grado di placare spasmi e tensioni muscolari. Un toccasana per i crampi addominali, da applicare anche con massaggi, se diluito con camomilla romana, lavanda e maggiorana;
- gli enzimi digestivi, utili anche per trattenere il reflusso gastrico, poiché prevengono il meteorismo. Alleggeriscono lo stress dello stomaco, e aiutano a digerire le macromolecole più complesse da scindere, come proteine e glutine;
- succo di aloe vera, che gode di potenti proprietà lenitive, grazie alla presenza di steroidi vegetali e bradichinasi. Quest’ultimo è fondamentale per dissimulare il materiale proinfiammatorio all’interno dell’organismo. Di grande effetto lassativo, l’aloe vera, come la malva, regolarizza la stipsi;
- i semi di psillio. Se lasciati macerare in acqua, costituiscono un ottimo gastroprotettore, che permette alle mucose di rigenerarsi;
- la crema di riso, sfiammante in caso di gravi problemi intestinali e gastrici;
- alghe e verdure lattofermentate, ricche di probiotici che mantengono in salute l’intestino. Dalle prime, inoltre, è possibile ricavare l’agar agar, gelificante perfetto per chi soffre di colite e stitichezza, poiché idrata e rinfresca l’apparato digerente, rendendo più morbide le feci.
Interessante, se non addirittura indispensabile in alcuni casi, l’apporto dei fermenti lattici al fine di riequilibrare la flora batterica intestinale. I più indicati sono quelli contenenti Lactobacillus acidophilus e il bifidus, in quanto partecipano al processo digestivo e prevengono la formazione della candida.
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