Quercetina: proprietà, effetti collaterali e Covid-19
Presente in natura in maniera diffusa, la quercetina è un flavonoide e in quanto tale svolge svariate attività biologiche indispensabili per la salute del nostro organismo. Solitamente, non è rintracciabile nella sua forma isolata, bensì come aglicone, la parte non zuccherina di vari glicosidi, tra tutti la rutina e la quercitrina. È possibile trovarla all’interno di
- frutta (mele, uva, olive, agrumi, frutti di bosco);
- verdura (pomodori, cipolle, broccoli, capperi);
- bevande (tè e vino rosso);
- estratti erboristici di ippocastano, gingko biloba, calendula, biancospino, camomilla, levistico ed iperico.
Proprietà della Quercetina
Tra i supplementi dietetici più frequenti all’interno di formulazioni antiaging e antiossidanti, la quercetina è in grado di limitare l’azione dannosa delle radiazioni solari che producono radicali liberi. Queste specie reattive dell’ossigeno generano, poi, alterazioni strutturali nella sintesi di collagene ed elastina da parte dei fibroblasti dermici, portando all’invecchiamento precoce della pelle. La quercetina, pertanto, combatte lo stress ossidativo, tutelando il funzionamento dei meccanismi enzimatici antiossidanti dell’organismo: catalasi, superossido dismutasi, glutatione perossidasi e glutatione reduttasi.
Non solo. È capace di inibire le diverse fasi che conducono alla liberazione di istamina e alla produzione di prostaglandine e leucotrieni, nonché degli enzimi 5-lipossigenasi e fosfolipasi A2, tutti con azione pro-infiammatoria. Svolge, inoltre, funzione antiaggregante piastrinica ed antitrombotica, contrastando così il rischio di eventuali disturbi cardiovascolari.
Pare che la quercetina sia un toccasana anche contro vene varicose, emorroidi e fenomeni tipici dell’insufficienza venosa (crampi notturni, gonfiore e pesantezza delle gambe), grazie alle sue proprietà antiemorragiche ed antiedemigene. Consigliata contro il cancro in fase preventiva, può essere usata insieme a chemioterapici come coadiuvante. A provarlo, alcuni test in vitro e su animali, attraverso i quali si è evidenziata la spiccata capacità della quercetina di bloccarne la crescita, o addirittura di condurre all’apoptosi (morte), colonie di cellule tumorali di origine differente in diversi stadi di replicazione.
Quercetina e prostatite: funziona?
Tra le patologie per cui la quercetina può rappresentare un rimedio efficace, figura la prostatite. Si tratta di uno stato infiammatorio della prostata, causato da cattive abitudini alimentari o sessuali, o da disordini dell’intestino. Generalmente si manifesta con
- stati dolorosi sovra-pubici o perineali che interessano testicoli, ano o entrambi nello stesso momento;
- sensazione di bruciore nel glande;
- dolore diffuso nell’interno coscia;
- assiduità minzionale con bruciore;
- necessità incalzante di urinare;
- sensazione di svuotamento incompleto;
- tracce di sangue nello sperma.
Sintomi che possono presentarsi con costanza, diventando veri e propri disagi, o con variazioni nel tempo, sia per intensità che per frequenza. Per capire se si affetti da prostatite, è necessario fare una visita specialistica presso un urologo, che, dopo aver eseguito esplorazione rettale e ulteriori indagini cliniche, sarà in grado di diagnosticare la malattia.
In particolare, secondo alcuni studi, la quercetina sarebbe ideale nella cura della prostatite cronica non batterica con dolore prostatico, meglio conosciuta come infiammazione alla prostata di tipo III. Somministrando il flavonoide in questione a un campione X di uomini, infatti, si è rilevato un miglioramento della sintomatologia almeno nel 67% dei casi. Questo perché la quercetina combatte le infezioni batteriche, e il conseguente gonfiore, e blocca la produzione di ossido nitrico. La sua assunzione, dunque, è fortemente indicata quando si manifestano problemi prostatici. In più, si è notato che, se combinata con bromelina e papaina, ottimi antinfiammatori, i risultati clinici ottenuti sono di notevole interesse. Emerge, infatti, un miglior assorbimento della quercetina nell’organismo.
Sars Cov-2 e Quercetina: c’è un nesso?
Al momento, però, i riflettori sono puntati principalmente sul Covid-19, che ha provocato una pandemia mondiale con migliaia di vittime e milioni di malati. In assenza di un vaccino definitivo, si cercano cure alternative. A tal proposito, recenti studi scientifici hanno scoperto che proprio la quercetina funge da inibitore specifico del Sars Cov-2, avendo un effetto destabilizzante sulla 3CLpro, una delle proteine utilizzate dal virus per replicarsi e proliferare. La ricerca è stata portata avanti da Bruno Rizzuti dell’Istituto di nanotecnologia del Cnr di Cosenza con un gruppo di studiosi di Zaragoza e Madrid.
Secondo quanto pubblicato sull’International journal of biological macromolecules, le simulazioni al calcolatore hanno dimostrato che la quercetina, legandosi esattamente nel sito attivo della proteina 3CLpro, le impedisce di svolgere correttamente la sua funzione, al pari dei migliori antivirali a disposizione contro il Coronavirus. Altre molecole, in letteratura, erano già state segnalate come inibitori, ma sono risultate inutilizzabili come farmaci a causa dei loro effetti collaterali. Al contrario della quercetina che, in linea di massima, è perfettamente tollerata dall’uomo. Inoltre, può essere modificata al fine di produrre una molecola di sintesi ancora più efficace, grazie alle ridotte dimensioni e ai gruppi funzionali contenuti all’interno della sua struttura chimica.
Integratori di Quercetina, quando è utile assumerli
Per poter usufruire dei benefici della quercetina, qualora l’alimentazione non sia sufficiente, è possibile ricorrere a integratori, consigliati in caso di
- infiammazione cronica, spesso in abbinamento con Uncaria tomentosa o unghia di gatto, e rutina, quest’ultima dotata di proprietà antiossidanti e vasoprotettive;
- ipertensione, problemi di circolazione sanguigna e coagulazione, insufficienza venosa, poiché la quercetina contrasta il rischio di aterosclerosi;
- aromatasi, ovvero la conversione del testosterone in estrogeni negli uomini, e sovrapproduzione di estrogeni nelle donne. In questo caso, si tratta di integratori a base di estratti vegetali tra cui quello di Sophora japonica, standardizzato al 95% di quercetina;
- protezione o recupero dell’udito, insieme a vitamina D3 e magnesio. La quercetina, infatti, agisce contro i radicali liberi che intaccano il sistema uditivo, stimolando la dilatazione dei vasi sanguigni nell’orecchio interno;
- disturbi alla vista. Aiuta, grazie anche al contributo del mirtillo, a ritardare l’invecchiamento delle cellule retinee;
- debolezza del sistema immunitario e invecchiamento precoce. Spesso si tratta di composti multivitaminici rafforzati dalla presenza di L-carnitina e acido R-lipoico, sostanze note poiché in grado di proteggere la salute dei mitocondri e favorire la memoria;
- problemi dell’apparato respiratorio, dal momento che fluidifica le secrezioni bronchiali;
- artrite reumatoide, poiché riduce la rigidità e il dolore articolare al mattino e post-attività;
- allergie. Durante uno studio in laboratorio, è stato possibile osservare come l’assunzione di integratori di quercetina sopprima le reazioni anafilattiche legate alle arachidi nei topi. Si parla, però, di sperimentazioni alle prime armi, le cui conseguenze sull’uomo sono ancora sconosciute. Restano solo supposizioni, in attesa di conferme e ulteriori ricerche cliniche.
Il suggerimento è quello di assumere circa 500 mg al giorno di quercetina per 12 settimane, anche se le quantità possono variare in base al principio attivo presente nell’integratore e alla patologia riscontrata. L’apporto giornaliero stimato si aggira intorno ai 30 mg, soprattutto per gli individui con abitudini alimentari occidentali. Le forme glicosilate, peraltro, sono assorbite con più facilità rispetto alla quercetina isolata. Sta di fatto che bisogna rivolgersi al proprio medico di fiducia o a un nutrizionista per non imbattersi in dosaggi eccessivi che possano danneggiare l’organismo.
Effetti collaterali e controindicazioni della Quercetina
Nel caso in cui si esageri con l’assunzione di quercetina, si possono riscontrare danni ai reni. Se assunta per via orale, comunque, la quercetina non ha effetti collaterali particolarmente evidenti, ad eccezione di lievi formicolii alle braccia e alle gambe, o mal di testa.
Chi assume già farmaci (antibiotici o medicine per la pressione sanguigna), prima di ricorrere a integratori, dovrebbe chiedere un consulto a un esperto, onde evitare peggioramenti della propria condizione. Nello specifico, nei pazienti in cura con antiaggreganti piastrinici e anticoagulanti orali, l’attività antitrombotica del suddetto flavonoide impone un cauto utilizzo.
In assenza di studi sulla sicurezza per le donne incinte, infine, la quercetina è da ritenersi sconsigliata in gravidanza e allattamento.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.