Come contrastare il catabolismo ed evitare la perdita muscolare
Una delle minacce più insidiose per chi fa attività fisica intensa e prolungata è il catabolismo muscolare: un processo che coinvolge strutture tissutali e plastiche, comportando un’evidente perdita di massa. Alimentazione squilibrata e sforzi eccessivi: sono solo alcune delle cause alla base del catabolismo. Prevenirlo è possibile: basta correggere alcune abitudini quotidiane, come dieta e modalità d’allenamento, con l’apporto, all’occorrenza, di supplementi integrativi capaci di modulare il metabolismo e sostenere le strutture muscolari e scheletriche.
Catabolismo muscolare: cos’è, cause e sintomi
In genere, il catabolismo muscolare consiste nella scomposizione di macromolecole, come glicogeno, proteine o trigliceridi, in molecole più piccole (glucosio, aminoacidi o acidi grassi) da utilizzare come fonti di calore e, dunque, di energia. L’altra faccia del catabolismo è l’anabolismo: la formazione di macromolecole a partire dalle molecole base. Si tratta di un turnover regolare in individui sani, che non assumono farmaci e in condizioni di corretta alimentazione.
Il catabolismo, invece, può “danneggiare” il tessuto muscolare, con la conseguente perdita di fibrocellule contrattili, in presenza di
- malnutrizione e carenze energetiche provocate da diete povere di aminoacidi e carboidrati;
- squilibrio tra attività fisica, dieta e riposo. Se lo sport non è supportato da recupero e alimenti adeguati, rischia di compromettere condizioni basali e sviluppo fisico. Tra le cause più frequenti anche l’over-training: esercizi intensi, protratti nel tempo, insostenibili per l’organismo e per la sua capacità di dosare la fatica;
- malattie croniche: AIDS, deficit del testosterone, diabete mellito di tipo 1, ipertiroidismo, ipogonadismo, sclerosi laterale amiotrofica, sindrome di Cushing. Alla base del catabolismo muscolare possono esserci disturbi dell’apparato digerente come disfagia, problemi a livello gastrico e biliare, epatite virale, pancreatite infettiva, parassitosi intestinale. Ma anche anoressia, lesioni del midollo spinale, poliomielite, polmonite, patologie cardiache, renali e respiratorie;
- immobilizzazioni in seguito a coma o fratture ossee;
- alcolismo.
Le conseguenze possono essere
- riduzione della circonferenza;
- calo della forza;
- perdita della massa muscolare.
Segnali che, però, non sempre sono sintomi di catabolismo. Se, infatti, circonferenza e massa diminuiscono, ma la forza rimane invariata, si può parlare di dimagrimento, anche momentaneo, o carenza di acqua e glicogeno intracellulari.
Come prevenire il catabolismo muscolare
Le soluzioni per contrastare il catabolismo muscolare o proteico sono diverse. Innanzitutto, occorre seguire un programma alimentare commisurato all’intensità e alla tipologia dello sport che si è soliti praticare. È opportuno dosare energia e miscele di substrati. Non solo. Un altro passo da compiere è migliorare il proprio stile di vita, eliminando tutti quei “vizi” che possono risultare nocivi per il proprio benessere fisico e psichico: alcol, fumo, digiuni estremi, zavorre che pesano anche sulla qualità del sonno, tra i fattori scatenanti del catabolismo muscolare.
Catabolismo muscolare e Cortisolo
Stati di stress eccessivo possono gravare sulla salute delle strutture muscolari. Non a caso è stato rilevato uno stretto legame tra catabolismo e cortisolo, “ormone dello stress”, con azione catabolica e iperglicemizzante.
Prodotto dalla corteccia surrenale, il cortisolo aumenta la glicemia; trasforma aminoacidi in carboidrati e proteine strutturali dei muscoli in zuccheri, ostacolandone la sintesi. Svolge così una duplice funzione. Da una parte interviene sui tessuti contrattili a livello degli arti, favorendo la perdita di forza e massa muscolare. Dall’altra, facilita l’accumulo di grassi sui tessuti adiposi (sull’addome, ad esempio) in caso di calorie in eccesso. È anche vero, però, che, se si seguono diete ipocaloriche, il cortisolo coadiuva la perdita di peso, riducendo la massa grassa.
Croce e delizia, dunque. In ogni caso, tenere sotto controllo i livelli di cortisolo è indispensabile se l’intento è scongiurare l’insorgere di disturbi connessi al catabolismo muscolare. Tocca intervenire sull’alimentazione e sull’allenamento per regolare variazioni dell’ormone e composizione corporea. Oppure, affidarsi a supporti integrativi come la fosfatidilserina. Fosfolipide importante per le membrane cellulari, è un potente anticatabolico, in grado di abbassare il cortisolo anche del 20%. È utilizzato soprattutto dai bodybuilder e da chi svolge sport agonistico perché incentiva l’ipertrofia muscolare, placa la sensazione di fatica e innalza il testosterone. Non bisogna esagerare, però, con l’assunzione di fosfatidilserina: diminuire drasticamente la quantità di cortisolo, con proprietà antinfiammatorie, può provocare effetti indesiderati.
Perdita di massa muscolare: i rimedi
Catabolismo muscolare è sinonimo di perdita di massa. Un fenomeno che è meglio conosciuto anche come sarcopenia. Regime alimentare (scelta degli alimenti, porzioni, numero di pasti) e attività fisica rappresentano le due strade da percorrere per far fronte a sintomi e conseguenze. In casi estremi, però, è consigliata anche l’assunzione di integratori capaci di agire sul tessuto muscolare, senza particolari effetti collaterali per il nostro organismo.
Integratori per il Catabolismo
Esistono svariate formulazioni con funzione anticatabolica. Tra le più efficienti, ricordiamo:
- gli aminoacidi ramificati, i cosiddetti BCAA. Agiscono direttamente su muscoli e strutture scheletriche, stimolando l’anabolismo. Oltrepassano, infatti, il metabolismo epatico, punto di partenza del catabolismo perché è qui che avviene il processo di idrolisi che trasforma le proteine in aminoacidi. La quantità di BCAA ideale dipende dagli spuntini a supporto del workout. In generale, il suggerimento è quello di assumerne 1 g ogni 10 kg di peso corporeo. Gettonati dagli sportivi, alleviano la stanchezza, e regolano testosterone, insulina, riserve energetiche e cortisolo;
- proprietà analoga a quella della fosfatidilserina che, inoltre, ritarda l’invecchiamento e ottimizza le capacità cognitive. Le dosi da consumare ogni giorno si aggirano intorno ai 100-300 mg in caso di allenamento a bassa intensità;
- la glutammina che facilita il recupero fisico. Alleata delle funzioni metaboliche e cellulari, produce conseguenze positive su massa, performance e forza, soprattutto se si è bodybuilder sottoposti a periodi di restrizione calorica o ridotta assunzione di carboidrati. La glutammina, in questi casi, viene convertita in glucosio e favorisce l’ossigenazione delle cellule, fondamentale nel ciclo di Krebs;
- gli omega 3 che, come i supplementi citati in precedenza, tiene a bada il cortisolo, ed evita la prematura degradazione delle proteine dei muscoli. Gli omega 3 sono perfetti per gli sportivi poiché svolgono azione antinfiammatoria e vasodilatatrice, e fanno sì che l’ossigeno raggiunga i tessuti muscolari mentre ci si allena.
Tra gli altri integratori altrettanto efficaci, figurano anche le maltodestrine, che esplicano la propria funzione energizzante se diluite in acqua con vitamine e sali minerali; la creatina, che modula il consumo di carboidrati e la formazione di acido lattico prodotto in caso di sforzi eccessivi, prolungati e ripetuti; le proteine in polvere, usate come pasto sostitutivo in associazione ad altri alimenti.
Alimentazione e catabolismo
A proposito di alimentazione. Diete low carb, iperproteiche o chetogeniche possono contribuire alla comparsa di catabolismo muscolare. Si tratta di programmi alimentari poco compatibili con workout intensi. Il rischio, così, è quello di sfruttare il glicogeno per produrre energia. Ne consegue la liberazione di ormoni catabolici, accompagnata da lipolisi e ipoglicemia, caratteristiche anche degli atleti vegani, orientati verso un’alimentazione ipoproteica, che esclude cibi di origine animale e peptidi ad alto valore biologico.
Se si pratica bodybuilding o sport agonistici il consiglio è quello di bilanciare le calorie, ripartendo equamente i macronutrienti in base al numero di pasti giornalieri:
- carboidrati pari al 55-60%;
- proteine intorno ai 1,2-1,7 g per kg di peso corporeo;
- lipidi circa il 30% dell’energia. Indicati quelli di origine vegetale.
Spazio libero, dunque, ad alimenti a basso indice glicemico, come pane e pasta integrali, da consumare 1,5 ore prima della sessione in quanto facilmente digeribili; frutta e verdura fresche, ricche di acido folico, vitamina C e potassio; pere, mele, melanzane e cetrioli sbucciati, così da evitare fibre in eccesso; miele, patate lesse, riso in bianco, sciroppo d’acero, consigliati poco prima, durante o dopo l’allenamento; frutta secca, cereali, legumi, pesce, carne, uova, semi oleosi, latte e derivati, fonti di proteine ad alto valore biologico.
Da evitare, invece, cibi “spazzatura” preconfezionati, snack, bibite zuccherate e alimenti secchi, privi di acqua ma stracolmi di sodio, nemico della corretta idratazione. Attenzione anche a regimi alimentari monotematici, poveri di nutrienti.
Allenamento e catabolismo
limentazione e attività fisica devono camminare di pari passo. Comprendere benefici o controindicazioni di alcune tipologie di allenamento è indispensabile se si intende allontanare la minaccia del catabolismo muscolare.
L’esercizio aerobico, in particolare, ne incentiva gli effetti, soprattutto se si superano i 30 km a settimana, in assenza di diete ipocaloriche. Cardio che può intaccare, in caso di ritmi intensi, i processi che favoriscono la crescita muscolare, intervenendo negativamente sull’anabolismo.
I pesi, dal canto loro, di fronte a situazioni di sovrallenamento, aumentano il catabolismo proteico. “Colpa” anche del mancato recupero. I tempi di riposo, infatti, sono imprescindibili, tanto a breve termine (tra un movimento e l’altro), quanto a medio e lungo termine (tra le serie d’esercizi e le sessioni), in modo tale da permettere ai tessuti muscolari di rigenerarsi.
Conclusioni
Impegno e autocontrollo sono le parole chiave quando ci si allena ad alti livelli. Bisogna saper ascoltare i segnali che lancia il proprio corpo, e non strafare. Perché è vero che il catabolismo, come l’anabolismo, è un processo propedeutico fondamentale per l’organismo. Ma è anche vero che senza un adeguato supporto fisico e alimentare, si rischia di ottenere esiti negativi dal punto di vista estetico e metabolico. È opportuno comunque rivolgersi a nutrizionisti o esperti del settore, anche in caso di assunzione di integratori, al fine di trarne i vantaggi desiderati.
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