Creatina alcalina: tra mito e realtà
La creatina è stata abbondantemente studiata sia dal punto di vista teorico che pratico (somministrandola ad atleti di vari sport e sotto controllo medico), con l’obiettivo di dimostrare o evidenziare come e in che misura potesse incrementare la quantità fisiologica di creatina o meglio di creatin-fosfato nel muscolo scheletrico, il tutto per migliorare la capacità di svolgere esercizio fisico soprattutto durante situazioni muscolari di particolare intensità.
La Creatina, chimicamente N-(aminoiminometil)-N-metilglicina è una sostanza fisiologica che nasce come prodotto metabolico di trasformazione di aminoacidi, direttamente liberato nel circolo sanguigno dai reni, fegato e pancreas, per essere poi trasportato nei muscoli (tropismo specifico) a scopi energetici.
Fin dai primi studi è stato evidenziato il meccanismo d’azione posseduto e il suo ruolo diretto di favorire nel muscolo la sintesi di ATP.
La fonte naturale alimentare di creatina può essere rintracciata nei cibi a base di carne animale compresi prodotti ittici, ma come abbiamo visto comunque l’organismo è in grado di sintetizzarla per proprio conto.
Infatti, le tappe metaboliche della sua produzione prendono il via attraverso due reazioni entrambe di tipo enzimatico: la prima che vede coinvolgere in modo diretto la L-arginina, glicina amidinotrasferasi (AGAT), responsabile del trasferimento di un gruppo amidino dall’arginina alla glicina appunto, per ottenere la Guanidinoacetato (GAA) e ornitina, e successivamente, questo prodotto, attraverso la partecipazione della GAMT, guanidinoacetato metiltrasferasi, favorisce il trasferimento di un gruppo metilico dalla S-adenosilmetionina (SAME) a GAA, per ottenere Creatina ed S-adenosilomocisteina.
Il destino metabolico di degradazione della Creatina non è strettamente dipendente dalla sua concentrazione, ma dal pH del mezzo: infatti, in condizioni fisiologiche omeostatiche solo un 10% circa di questa sostanza ingerita viene biotrasformata in creatinina e circa l’75% è rintracciabile come tale.
La Creatina si lega alla creatina-chinasi per rientrare nella produzione di ATP (la nostra energia vitale) attraverso una sua conversione nella forma fosforilata che poi donerà a una molecola di ADP (Adenosin difosfato) per ripristinare così un tasso di ATP corretto e disponibile per le attività cellulari dell’organismo.
Effetti della Creatina alcalina
La Creatina monoidrata tamponata (Kre-Alkalin, sostanza americana anch’essa brevettata) nasce dall’idea di evitare il fenomeno tipico della somministrazione di creatina in polvere, che, oltre a essere poco solubile, una volta assunta e giunta nello stomaco, trovando un ambiente fortemente acido, vede ulteriormente diminuire la sua concentrazione di sostanza assorbita (biodisponibilità): questa versione sicuramente minimizza questo rischio e migliora la solubilità del prodotto e, inoltre comunque una sua certa quantità viene trasformata in creatinina, sostanza non gradita dall’organismo che provvede alla sua rapida eliminazione attraverso il rene.
La creatinina, nota a tutti noi in quanto il nostro medico spesso ci prescrive esami per la sua verifica analitica, è diventata un indice di funzionalità renale e la sua quantità presente nel sangue (creatinemia…) monitorata attentamente, così come la sua quantità di eliminazione (presente nell’urine, cretinuria…), il cui incremento può essere un indice di infezione nei muscoli o nel rene.
Ma torniamo alla Creatina monoidrata alcalina: essa ci viene presentata come un superamento dei problemi visti per la Creatina monoidrata, ma in realtà gli studi clinici indipendenti dimostrerebbero sì un miglioramento della sua bio-disponibilità almeno teorica e certamente appare essere più solubile e meno gravata da percentuali di trasformazione in creatinina che comunque viene a formarsi (seppur in quantità minori: è ovvio che a dosaggi superiori le due creatine mostrano comportamenti similari).
Creatina alcalina o monoidrata? Ecco le differenze
La creatina monoidrata necessita di contemporanee assunzioni di carboidrati semplici per sfruttarne a pieno l’effetto trasporto nel muscolo, e la versione più moderna (Creapure) essendo più biodisponibile necessita di meno carboidrati con minor effetti sulla glicemia e sulla ritenzione idrica.
La versione di Creatina tamponata, in teoria dovrebbe avere ancora meno bisogno dei carboidrati semplice e anche il dosaggio consigliato (vedi dopo) dovrebbe risultare un vantaggio…ma procediamo con calma.
Per evitare di alzare polveroni più filosofici che scientifici ci siamo riferiti a uno studio pubblicato sul J. Int Soc Sports Nutr. del 2012 a firma dei Proff. Andrew R Jagim, Jonathan M Oliver, Adam Sanchez, e altri, per farci aiutare da dati scientifici rigorosi, anche se non esaustivi sull’argomento e darci sostegno concreto per prendere una posizione più equilibrata.
Vediamo più da vicino lo studio e soprattutto analizziamo i metodi con cui è stato progettato, per poi passare alle conclusioni, facendoci aiutare dagli Autori che hanno verificato il tutto scientificamente.
Si tratta di uno studio in doppio cieco che utilizzava 36 atleti con età che andava dai 20,2 anni +/- 2 anni e con un’altezza di 181 cm +/- 7 cm, che presentavano un peso corporeo di 82 kg +/- 12 Kg e relativo 14,7 di grasso corporeo +/- 5%.
Tutti i partecipanti praticavano sport di resistenza e a random, uno stesso numero di atleti sono stati assegnati a gruppi omogenei e nei quali oltre alla normale dieta dovevano assumere la stessa quantità di Creatina monoidrata (Creapure) o la Creatina tamponata (Kre-Alkalin), secondo le indicazioni delle case produttrici, per un periodo di almeno un mese e i prelievi di sangue e altri parametri bioptici sono stati comunque compiuti entro il mese di sperimentazione.
Come si evince dalla lettura dei risultati non esisterebbero differenze tali da far preferire l’una o l’altra formulazione e comunque non ci consegnano un vincitore unico.
Dosaggio suggerito per la Krealkalyn (creatina alcalina)
C’è da dire che per quanto riguarda la dose da assumere, la Creatina monoidrata e tamponata con i sali di carbonato di sodio, glicerolo fosfato magnesio e bicarbonato, viene consigliata dalla casa produttrice e proprietaria del brevetto a un dosaggio diverso: 1,5 gr./die proprio a dimostrazione di un suo assorbimento migliore e una minore trasformazione in creatinina dovuta all’azione tamponante dei Sali alcalini sul pH gastrico.
Ciò è vero dal punto di vista puramente quantitativo, ma dal punto di vista pratico non risulterebbero dei vantaggi significativi e scientifici sulle capacità di rigenerare l’ATP e quindi risultare migliore (qui è doveroso fermarci in attesa di ulteriori studi ed osservazioni).
Conclusioni
Noi crediamo in sintesi che la Creatina è utile per coloro che praticano sport sia amatoriale che professionale a tutti i livelli, altresì siamo convinti che la via migliore principale di approvvigionamento della sostanza oggetto oggi di riflessione sia quella alimentare, ma vediamo di buon occhio anche una sua supplementazione come confermano i dati provenienti da molti atleti tutti positivi su un suo utilizzo mirato.
Altri studi confermano il suo utilizzo anche in quei pazienti soprattutto della terza età dove un supplemento della disponibilità di radicali fosforici ad alta energia è sempre ben accetto e utile, in quanto non sempre la via metabolica endogena (in questi pazienti) mostra velocità adeguate di ripristino delle riserve di ATP anche per le attività normali nell’arco della giornata.
I dati oggi a disposizione degli esperti non ci autorizzano a fare delle scelte definitive e a indicare la complessiva superiorità della creatina alcalina rispetto alla normale monoidrata. Il prezzo, le conoscenze personali, i risultati personali raggiunti dovrebbero indicarci la strada migliore. Ricordiamo, per concludere che la Biosalts dispone di un prodotto brevettato a base di creatina glicinato taurinato.
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