10 consigli per entrare in chetosi e dimagrire
La chetosi è considerata una delle soluzioni più efficaci per perdere peso. Diversi regimi alimentari, in primis la dieta chetogenica, si basano proprio su questo processo che richiede, però, particolare attenzione. La produzione di corpi chetonici nel nostro organismo, infatti, può avere risvolti positivi, ma può anche provocare effetti collaterali degni di nota. Ecco perché occorre comprenderne bene il funzionamento, così da bilanciare apporto di cibo e integratori che possano aiutare nel dimagrimento.
Cosa è la chetosi?
L’organismo trae energia dal glucosio che, nella maggior parte dei casi, viene introdotto con i carboidrati, e, dunque, con l’alimentazione. Non tutto il glucosio, però, viene utilizzato come fonte energetica. In parte si conserva in fegato e muscoli. Quando, però, il glucosio si esaurisce, il corpo sfrutta i grassi per produrre energia. Ciò comporta il manifestarsi di un altro fenomeno, la chetogenesi, che consiste nella creazione di corpi chetonici, residui metabolici derivanti proprio dalla produzione energetica.
È opportuno, però, distinguere la chetosi nutrizionale da quella diabetica. La chetosi connessa a particolari regimi dietetici trasforma il nostro organismo in una macchina brucia grassi. Il tessuto adiposo diventa uno scrigno di energia, e si può perdere peso velocemente, con ulteriori benefici per la nostra salute. Inoltre, la concentrazione di chetoni è limitata, e non intacca il pH del sangue. Nel caso della chetosi legata ad altre patologie, invece, la quantità di corpi chetonici è talmente elevata da portare a stati estremi di acidosi metabolica, tipica di chi soffre di diabete, e, talvolta, di chi è in gravidanza.
La chetosi nutrizionale, in ogni caso, gode di svariate proprietà che si rivelano dei veri e propri toccasana per il nostro organismo.
- Incentiva il dimagrimento e l’eliminazione del grasso localizzato. Questo perché implica un maggior consumo di calorie e lipidi, necessari alla produzione di energia, e riequilibra insulinemia e glicemia.
- Contrasta l’ipertensione e l’insorgere di malattie cardiache. Per questo motivo, la dieta chetogenica è consigliata per chi è affetto da pressione alta e disturbi cardiovascolari. Ridurre le quantità di carboidrati, infatti, contribuisce ad abbassare anche i livelli di trigliceridi nel sangue e di colesterolo “cattivo”.
- Regola l’umore, spesso influenzato da fluttuazioni glicemiche. Seguire un regime alimentare chetogenico aiuta a stare bene con se stessi e a sentirsi motivati, soprattutto dopo aver superato la prima fase.
- Limita la sensazione di fame.
Pare che la dieta chetogenica sia in grado di alleviare anche fattori di rischio, come l’obesità, alla base di diabete di tipo 2, iperglicemia cronica, sindrome metabolica. Può essere adottata per curare l’epilessia infantile quando i pazienti non reagiscono alle cure farmacologiche, oppure contro il Morbo di Parkinson. Secondo alcuni studi, infatti, la dieta chetogenica ne placherebbe i sintomi già dopo 28 giorni.
Il livello di chetoni nel sangue dipende tanto dall’alimentazione, quanto dallo stile di vita. Si può parlare di chetosi quando i loro parametri si aggirano intorno agli 1,5-3 millimoli per litro di sangue. Se superiori, possono compromettere il benessere del nostro organismo.
Per capire se si è in stato di chetosi è possibile procedere con analisi in laboratorio (sangue, urina). Oppure constatare la comparsa di alcuni sintomi quali: sete e bocca asciutta; alito “keto”, prevalentemente acido, almeno per i primi tempi; riduzione dell’appetito; diuresi eccessiva.
Come entrare in chetosi velocemente
Se l’intento è perdere peso rapidamente, esistono diversi “metodi” da seguire per entrare in chetosi e mantenerla. È necessario
- diminuire le quantità di carboidrati. Massimo 20 grammi al giorno. Via libera, invece, alle fibre che coadiuvano il processo di chetosi;
- introdurre più grassi sani, che dovrebbero costituire il 70% del regime dietetico prescelto, così da avere più scorte di lipidi da bruciare come fonti energetiche. A tal proposito, è bene prediligere cibi quali olio d’oliva o di cocco, grassi animali (burro, formaggio), uova, avocado, frutta secca (mandorle, noci, pistacchi, anacardi), pesce (salmone, tonno), semi oleosi (lino, canapa, chia). Da evitare, invece, i grassi trans (prodotti industriali, fritture, carni lavorate);
- moderare l’apporto di proteine. L’ideale sarebbe 1,2-1,5 grammi per kg di peso corporeo al giorno. Eccessi proteici possono portare all’accumulo di glucosio che rischia di intaccare lo stato di chetosi. È bene, inoltre, affidarsi a proteine con alto valore biologico, in grado sostenere il mantenimento della massa muscolare;
- rinunciare agli spuntini quando non si ha fame. È fondamentale bilanciare i pasti a sufficienza, così da non avere appetito fuori orario;
- abbinare il digiuno intermittente alla dieta chetogenica. Incide positivamente su ormoni, infiammazioni, processo di depurazione e pressione sanguigna. Modula leptina e grelina, responsabili della sensazione di fame, e stabilizza insulina e perdita di peso. Il digiuno intermittente consiste nel concentrare i pasti solo in alcuni momenti della giornata, restando a stomaco vuoto anche per 15-20 ore. Oppure limitando l’apporto calorico del 75% per 1-2 giorni a settimana.
Tra le altre buone abitudini, alleate della chetosi, vi sono esercizio fisico e riposo. Dormire adeguatamente e scongiurare situazioni di stress consente di ridurre i livelli di zucchero nel sangue, e accelerare chetogenesi e dimagrimento.
Integratori per entrare in chetosi
Oltre ad alimentazione e stile di vita, rappresentano un valido supporto anche integratori caratterizzati dalla presenza di principi attivi e sostanze naturali che incentivano lo stato di chetosi. Tra tutti
- l’Olio MCT da cocco, formato da acido caprilico, laurico, caprico e caproico, trigliceridi a catena media costituiti da sei a dodici atomi di carbonio. Per queste sue peculiarità, l’Olio MCT favorisce la perdita di adipe corporeo. Facilita, infatti, lo sfruttamento dei grassi come “contenitori” energetici, ridimensionandone la presenza anche a livello viscerale. Placa il senso di fame. Mette in moto digestione e metabolismo. Contrasta i disturbi cardiaci. È un ottimo sostegno per le difese immunitarie grazie alla sua spiccata azione antibatterica;
- i sali minerali elettroliti. Nei primi giorni della dieta, si produce meno insulina, e il corpo risponde eliminando l’acqua in eccesso, con conseguente dimagrimento. Succede così di perdere gli elettroliti lungo il percorso. Ecco perché è necessario integrarli. I sali minerali elettroliti, come potassio, calcio, magnesio, sodio, fosfato, cloruro, stanno alla base di diverse funzioni fisiologiche. Contribuiscono al benessere del sistema nervoso e cardiovascolare. Trasformano le sostanze nutritive in energia, e limitano stanchezza e affaticamento. Sono importanti per coagulazione sanguigna, contrazione muscolare, metabolismo osseo, ed equilibrio salino dei fluidi;
- i chetoni del lampone, ricchi di particolari enzimi, le lipasi, che “distruggono” le catene dei grassi, e ne consentono una migliore distribuzione a livello corporeo. Facilitano, così, la digestione e la produzione di energia, e depurano il fegato. Senza lipasi, il grasso si accumulerebbe su addome, fianchi e glutei. Non solo. I chetoni del lampone regolano peso e metabolismo poiché influiscono sui parametri dell’adiponectina, ormone che porta l’organismo a bruciare i grassi in eccesso. Non è un caso, infatti, che gran parte dei soggetti in peso forma vantino alte dosi di adiponectina, in grado di ottimizzare anche la resistenza all’insulina.
Errori che impediscono di entrare in chetosi
In alcuni casi, l’entrata in chetosi può subire brusche frenate. Quando la dieta chetogenica o regimi alimentari analoghi non producono gli effetti desiderati, la “colpa” è di alcuni errori. Tra i più comuni
- bere poco e assumere pochi sali minerali. Idratarsi in maniera appropriata è imprescindibile in caso di chetosi. Lo scarso apporto di carboidrati, infatti, causa una drastica riduzione di acqua corporea che si lega, in grandi quantità, al glicogeno;
- non pianificare i pasti. Ciò comporta l’errata ripartizione dei macronutrienti e l’uscita dalla chetosi. Organizzare il proprio programma alimentare giornaliero, invece, evita frustrazioni, e permette di avere un quadro generale chiaro relativo ad alimenti e quantità;
- esagerare con le proteine che rischiano così di essere convertite in glucosio. Ne consegue l’aumento di zuccheri nel sangue e la fine dello stato di chetosi;
- dormire poco. L’eccessiva stanchezza può portare alla ricerca di cibi “spazzatura” che infondono energia nell’immediato, ma alterano il regime dietetico, bloccando la chetosi;
- abbandonare la dieta. Solitamente, all’inizio, si è soliti avvertire un costante senso di spossatezza. Per fare in modo che l’organismo, soprattutto il sistema nervoso, si adatti al processo di chetosi, però, serve persistere con l’alimentazione di tipo chetogenico, cosicché la concentrazione di corpi chetonici sia superiore al glucosio per quanto riguarda l’ingresso nel cervello;
- affidarsi al “fai da te”. La dieta chetogenica è pur sempre un regime ipocalorico. Risulta così indispensabile rivolgersi a un esperto che sappia calcolare le dosi effettive di nutrienti da assumere durante la giornata, in modo tale da supplire a carenze o necessità;
- consumare farmaci che contengono zucchero (saccarosio, fruttosio, glucosio, maltodestrine, destrosio, etc.).
Conclusioni
La chetosi non è esente da possibili effetti collaterali. Mal di testa, costipazione, senso di fatica, calcoli renali, alito cattivo: sono solo alcune delle conseguenze a breve termine. Nulla di preoccupante se ci si affida comunque a una dieta ben strutturata, che comprenda anche fibre e verdure a basso contenuto di carboidrati. È sconsigliata, comunque, in caso di gravidanza e allattamento. È opportuno, pertanto, consultare sempre il proprio medico di fiducia prima di intraprendere percorsi alimentari basati sulla chetosi, così da non imbattersi in ulteriori disturbi, e seguire la strategia più consona al proprio stato di salute.
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