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Fosfatidilserina come integratore, le peculiarità

Fosfatidilserina come integratore, le peculiarità

La Fosfatidilserina è chimicamente un fosfolipide (cioè un composto formato da un radicale fosforico legato a catene laterali di acidi grassi di lunghezza variabile), che nell’organismo rappresenta il componente essenziale delle membrane cellulari; tali membrane regolano l’ingresso nelle cellule delle materie prime necessarie alla loro attività vitale e l’uscita dei metaboliti di scarto.

Grafico con struttura chimica dei fosfolipidi

Struttura dei fosfolipidi

Nella figura sopra sono riportate le formule di struttura dei fosfolipidi più importanti per l’uomo.
In particolare, la Fosfatidilserina gioca un ruolo determinante per le cellule neuronali e per i singoli neuroni, svolgendo numerosi funzioni fisiololgiche, quali:

  • Mantenimento di processi omeostatici, indispensabili per la sopravvivenza (regolazione di equilibri metabolici neuronali);
  • Processi di riparazione e di rinnovo della intrigata rete neuronale, cerebrale ma anche periferica;
  • Regolazione di processi metabolici a carico delle singole cellule nervose;
  • Attività di regolazione dei fini meccanismi di trasmissione di informazioni fra il DNA, l’RNA e le proteine di supporto.

Caratteristiche strutturali e attività

Come abbiamo già detto, questo fosfolipide insieme alla numerosa famiglia di composti correlati (vedi figura sopra), è responsabile del mantenimento e dell’integrità strutturale e funzionale delle membrane cellulari (quelle nervose in particolare).

Biochimicamente possono essere rappresentati come aventi una struttura a doppio strato, in grado di formare una matrice all’interno della quale, trovano spazio specifiche proteine e altre sostanze funzionali.

Le molecole lipidiche formanti un doppio strato si dispongono secondo regole chimiche ben precise: ognuno dei componenti contiene una “testa” polare (idrofila) radicale fosforico, mentre la parte interna detta “core”, di natura lipidica (catene di acidi grassi) contiene la serina.

Queste matrici si riuniscono in catene più o meno lunghe e contengono nelle loro vicinanze pompe ioniche, molecole di trasporto, enzimi e recettori che regolano l’attività delle cellule non solo dal punto di vista nutrizionale ma anche funzionale.

La Fosfotidilserina è ubiquitaria e si trova non solo all’interno delle membrane cellulari neuronali, ma anche nelle membrane mitocondriali dove svolge attività di riserva metabolica.
Recenti studi in vitro e in vivo conferiscono a questa sostanza anche la capacità di difendere la cellula dall’attacco dei radicali liberi (attività antiossidante), e dati più recenti gli attribuiscono anche proprietà detossificanti.

Attività farmacologica e Meccanismo d’azione

La Fosfatidilserina può svolgere, inoltre, azione epatoprotettiva così come quella di fornire la colina, che rappresenta un nutriente essenziale per la produzione di acetilcolina, uno dei maggiori neurotrasmettitori centrali e periferici.
Meccanismo d’azione

Il ruolo della Fosfatidilserina nel mantenimento dell’integrità fisiologica delle membrane cellulari (neurologiche) è più che accertato: quello che si sta mettendo in luce è il ruolo altrettanto importante nel regolare il flusso d’informazioni che avviene all’interno delle membrane cellulari fra il DNA, l’RNA, le proteine di struttura e il rifornimento energetico relativo.

Un difetto di fluidità delle membrane, una loro minore integrità o un difetto nella rapidità di riparazione, si tradurrebbe in immediate alterazioni patologiche, incluse malattie epatiche, malattie neurologiche, vari tipi di neoplasie fino alla morte cellulare.

Farmacocinetica

La Fosfatidilserina può essere ottenuta da fonti naturali come la lecitina di soia (dove ne è contenuta fino a un 20%), le uova (con percentuali fra il 68-72%, ma anche fonti microbiche, animali e vegetali.

Una volta introdotta nell’organismo questa sostanza viene assorbita all’interno delle cellule della mucosa dell’intestino tenue, in particolare nel duodeno e nel digiuno, e da qui raggiunge tutte le altre destinazioni, essendo trasportata dalle lipoproteine plasmatiche (VLDL, LDL, HDL), e una quota rilevante viene assorbita direttamente dalle membrane cellulari.

La Fosfatidilserina viene anche metabolizzata a colina, acidi grassi a catena variabile e glicerolo.
Gli acidi grassi e il glicerolo vengono ulteriormente ossidati per la produzione di energia, oppure vengono coinvolti nella lipogenesi.

La colina rappresenta il precursore dell’acetilcolina (neurotrasmettitore cerebrale).

Benefici e peculiarità

Studi clinici controllati dimostrano che la colina è essenziale per le normali attività del fegato: ma la fosfatidilserina si è dimostrata attiva anche direttamente, indipendentemente dalla quantità di colina contenuta.

Tutte queste osservazioni sono state confermate successivamente attraverso studi su animali.

Inoltre, questo fosfolipide potrebbe essere utile in alcuni soggetti affetti da discinesia tardiva, una malattia neurologica caratterizzata da deficit di attività colinergica.

Sia la colina che la fosfatidilserina sono state in grado di ridurre la iperattività muscolare tipica di questa malattia nel 50% dei casi!

Molti studi in doppio cieco suggeriscono che la Fosfatidilserina può essere utile nel mantenere le funzioni cognitive degli individui anziani migliorandone sia la memoria che l’apprendimento.

Queste osservazioni seppur incoraggianti necessitano di approfondimenti successivi.

Diversi studi sperimentali hanno anche dimostrato effetti benefici nella stimolazione del ricambio catecolaminergico con documentato aumento della liberazione di acetilcolina dalla corteccia cerebrale di ratti adulti o anziani e anche un aumento dei neurotrasmettitori e della trasduzione del segnale elettrico (neuronale) nel sistema nervoso centrale.

La Fosfatidilserina ha mostrato una qualche utilità nel trattamento del declino cognitivo degli anziani, sia di tipo Alzheimer, ma anche in alcune demenze non correlate direttamente con questa malattia: anche in questo caso si necessita di studi condotti su numeri più ampi di persone.

Integratori alimentari di Fosfatidilserina: quale opportunità?

Phospha Strong PS

Phospha Strong di Farmaenergy – Integratore di fosfatidilserina per abbassare il cortisolo

Gli Integratori contenenti Fosfatidilserina solo ultimamente hanno occupato un posto stabile all’interno di farmacie, parafarmacie, grande distribuzione e negozi specifici.

La maggior notorietà è dovuta principalmente a composizioni che sono rivolte a proteggere e svolgere azioni “ricostituenti” sul sistema nervoso centrale, come sostanza in grado di migliorare alcuni aspetti della funzione cognitiva e delle performance mnesiche.

Pur non essendoci studi di valore assoluto la somministrazione di questo fosfolipide alla dose di 100 mg tre volte al dì da solo o in associazione con estratti erbali ad attività antidepressiva o ansiolitica naturale, trova oggi un suo perché almeno a livello teorico in molte forme lieve e moderate di alterazione della performance cognitiva e della memoria.

Raddoppiando le dosi si può immaginare un utilizzo almeno a livello preventivo nelle forme lievi di invecchiamento cognitivo di tipo senile (non esistono molte altre alternative, magari in associazione a vitamine, Gingko biloba, Acido Alfa Lipoico, Citicolina, etc).

Abbiamo già citato le proprietà epatoprotettive in combinazione con Vit. E, C, Glutatione ridotto, estratti secchi di Cardo mariano, Carciofo, Curcuma longa, Aloe, Tarassaco ed oligoelementi come lo zinco e il selenio metionina e le vitamine del gruppo B.

A livello sportivo molti Bodybuilder professionisti o amatori  che praticano sport durante tutta la settimana con allenamenti molto intensivi, attribuiscono alla Fosfatidilserina azioni anti-cataboliche e anti-cortisolo: gli studi per il momento non ci confortano con questi utilizzi, mentre un’azione benefica sull’attenzione e sulle performance cognitive in persone non malate (come ricostituente cerebrale) avrebbe un rationale più forte.

Il dosaggio rimane sempre quello di tre somministrazioni da 100 mg cad. ai pasti principali.

Controindicazioni, Precauzioni ed effetti indesiderati

L’assunzione di Fosfatidilserina è controindicata nei casi di ipersensibilità accertata a qualsiasi dei componenti di una preparazione contenente il fosfolipide in questione.

A causa di mancanza di dati sulla sicurezza a lungo termine, la somministrazione di Fosfatidilserina dovrebbe essere evitata dai bambini e dalle donne durante la gravidanza e l’allattamento al seno.

Le persone affette dalla sindrome di anticorpi anti-fosfolipidi dovrebbero usare con cautela la Fosfatidilserina e assumerla solo sotto diretta supervisione medica.

Sono stati riferiti disturbi gastro-intestinali occasionali, come nausea e indigestione.

Non sono note interazioni della Fosfatidilserina con farmaci e/o Integratori, alimenti, o fitoterapici.

Conclusioni

La Fosfoditilserina può essere a buon diritto classificata come nutriente cerebrale, in quanto direttamente essa regola l’omeostasi neuronale e funzioni cellulari indispensabili che coinvolgono processi di membrana.

Infatti, i fattori più importanti che possono contribuire all’insorgenza di disturbi cognitivi derivano da un danno alle membrane cellulari: metalli pesanti, radicali liberi, perossidazione lipidica, fumo, abuso di alcool e droghe in genere, concomitanti stress emozionali cronici (autossidazione catecolaminica) e deficit nutrizionali sono di fondamentale importanza in questo contesto.

Un supplemento dietetico con la Fosfatidilserina può quindi rallentare la perdita progressiva di alcune funzioni cellulari.

Questa supplementazione dietetica, specialmente quando attuata in associazione all’esercizio fisico e a un corretto stile di vita, è in grado di migliorare la qualità di vita nell’adulto ma soprattutto nell’anziano.

 

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