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Disfunzione erettile: possibili rimedi naturali

Disfunzione erettile: possibili rimedi naturali

Per disfunzione erettile (DE) s’intende l’incapacità di portare a termine un rapporto sessuale o meglio la difficoltà a mantenere un’erezione del pene per un tempo sufficiente a garantire prestazioni sessuali soddisfacenti.

Il termine disfunzione erettile è da preferire a quello di “impotenza”, perché meglio si adatta alla complessità dei meccanismi d’azione in gioco.

Dal punto di vista descrittivo, la DE più frequentemente viene identificata come determinata da una causa:

  • Su base “organica”, secondaria cioè ad alterazioni o lesioni di tipo vascolare, neurologico, ormonale o a carico dei corpi cavernosi (tessuto di natura spugnoso la cui struttura vascolare dilatandosi sotto la spinta di speciali sostanze endogene permette il riempimento di sangue del pene, cioè la sua erezione);
  • Su base psicogena, situazione inerente a una interferenza di tipo inibitorio a carico del sistema nervoso centrale (sistema limbico-striato che gestisce gli stimoli erotici, visivi, di pensiero e/o manuali), e comunque in assenza di una causa organica rilevabile;
  • mista organica+psicogena, dovuta a una combinazione di fattori organici e psicogeni, situazione questa che racchiude la stragrande maggioranza dei casi.

Secondo i dati ricavati dallo studio condotto negli Stati Uniti, intitolato Massachusetts Male Aging Study, questo tipo di evenienza clinica riguarda circa il 39% (prevalenza per tutte le cause) degli uomini entro i 40 anni di età, e circa il 67% di quelli fino a 70 anni.

Come noto il processo organico che porta ad avere una erezione è tutt’altro che semplice: infatti, per un suo ottimale funzionamento, sono necessari la contemporanea azione sinergica di diversi sistemi corporei, pertanto, una condizione di disfunzione erettile è secondaria a un cattivo funzionamento di alcuni di essi.

Meccanismo d’azione dell’erezione

Il pene è un organo composto da 2 camere di erezione associate (corpora cavernosa), formate principalmente da tessuto spugnoso erettile, contenente prevalentemente tessuto muscolare liscio.

L’erezione e la perdita di erezione chiamano in causa soprattutto processi di natura vascolare, mediati da fenomeni di rilassamento (distensione della parete delle arteriole del pene che vasodilatandosi riempiono e stoccano il sangue nell’organo maschile, generando appunto un’erezione), e/o contrazione (vasocostrizione delle stesse arteriole ed effetto svuotamento con fine dell’erezione).

Ovviamente, in questo processo sono coinvolti anche i vasi sanguigni venosi che mostrano un comportamento opposto a quello dei vasi arteriosi: infatti, durante la fase di riempimento (vasodilatazione) rimangono chiusi, consentendo che il fenomeno erettivo duri nel tempo, e durante la fase di fine erezione appaiono vasodilatati, permettendo così lo svuotamento dei corpi cavernosi.

info grafica che spiega la disfunzione erettile

L’erezione è quindi, un processo di natura idraulica, regolato cioè da sostanze di tipo ormonale e da tessuto nervoso, che permettono un aumento del flusso sanguigno e lo stoccaggio del sangue all’interno di strutture erettili (corpi cavernosi), causanti un amento della pressione intracavernosa tale da generare lo sviluppo di rigidità, che ovviamente viene tramutata in flaccidità, alla fine della fase attiva.

L’erezione del pene è innescata da uno dei due meccanismi principali: la stimolazione diretta dei genitali o attraverso stimoli (immagini) e/o pensieri, provenienti dal cervello.

Dopo stimolazione, visiva-sensoriale-meccanica, sostanze chimiche vengono rilasciate nel cervello e raggiungono la struttura del pene, attivando i muscoli lisci inerenti, i vasi sanguigni artero-venosi e i nervi dell’area genitale.

Questi nervi rilasciano un’altra sostanza chimica, l’Ossido nitrico, il principale messaggero chimico (mediatore del rilassamento della muscolatura liscia dei corpi cavernosi), provocando l’erezione.

Alla cessazione di questi stimoli prevarranno la dopamina e la noradrenalina che a loro volta lasceranno il cervello e arriveranno nell’area genitale, mediando di fatto la fine dell’erezione e instaurando la fase di vasocostrizione delle arteriole peniene e la dilatazione dei vasi venosi (stato di flaccidità che è prevalente nel corso della giornata).

Disfunzione erettile, quali le cause?

Fra le cause più ricorrenti di Disfunzione erettile vengono chiamati in causa malattie cardiovascolari, un livello non soddisfacente della testosteronemia, FSH e spermiogenesi, malattie croniche del tipo diabete, alterazioni del letto vascolare causato da placche aterosclerotiche, ma anche l’assunzione di alcuni farmaci, quali:

  • antiipertensivi: del tipo diuretici (idroclorotiazide, clortalidone, spironolattone);
  • sostanze farmacologiche ad azione centrale: metildopa, clonidina, reserpina;
  • sostanze che agiscono come a-bloccanti: prazosina, terazosina;
  • principi attivi che agiscono come ß-bloccanti (propanololo, metoprololo, atenololo);
  • farmaci utilizzabili per la cura la cura delle dislipidemie (ipertrigliceredemia, ipercolesterolemia): gemfibrozil, clofibrato.

Fra le altre condizioni morbose anche la depressione gioca un ruolo determinante come causa di disfunzione erettile, così come l’ansia, lo stress, le preoccupazioni famigliari ed economiche e/o traumatismi dell’area genitale.

L’ED può essere essa stessa causa stress emotivo, influenzando negativamente le relazioni intime, l’autostima e la qualità della vita.

Cause della disfunzione erettile, info grafica.

Schema grafico delle cause della disfunzione erettile

Rimedi vecchi e nuovi, sono efficaci?

Come per tutte le situazioni clinico-patologiche che ci affliggono, alla basa della scelta di quali azioni o quali sostanze utilizzare per contrastare una specifica malattia, è importante una diagnosi precisa che aiuti il medico a individuare le cause principali.

Nel caso della disfunzione erettile come abbiamo visto la maggior parte delle situazioni cliniche ammette un’origine organico-psichica e pertanto l’iter diagnostico e, successivamente quello farmacologico, devono tener conto di quanto l’aspetto organico prevalga su quello psicologico e viceversa.

Se la prevalenza maggiore è di competenza organica, oggi abbiamo molte strategie da seguire e molte sostanze da utilizzare:

  • la prima verifica è quella ormonale, cioè bisogna verificare se gli ormoni ipofisari e gonadici mantengono giusti livelli nel sangue;
  • secondariamente bisogna escludere che ci siano in atto malattie cronico-degenerative (diabete, iperglicemia, ipercolesterolemia, etc.), che hanno un impatto notevole sulla prognosi …;
  • …e i relativi farmaci eventualmente assunti (anch’essi responsabili diretti di cause della Disfunzione erettile);
  • ulteriori indagini andrebbero effettuate per verificare ed eventualmente escludere patologie artero-venose a carico del distretto genitale e non solo (presenza di placche aterosclerotiche sul distretto arterioso e venoso dei corpi cavernosi;
  • ultimo, ma non meno importante, verificare l’alimentazione (indirizzarsi verso una dieta mediterranea con molte verdure e povera di carboidrati, grassi animali e carne rosse) e intraprendere uno stile di vita appropriato (no fumo, no assunzione di alcool in modo esagerato e comunque no alcolici di alta gradazione, evitare droghe e sostanze dopanti, ect, evitare una vita esclusivamente o quasi sedentaria).

Se la prevalenza fosse di origine psichica l’aiuto di un buon terapeuta all’interno della coppia o specifico per il partner maschile è più che doveroso e indispensabile.

Lasciando i casi più importanti all’attenzione dei clinici, vediamo quali sostanze naturali possono aiutarci nelle varie fasi della vita in mancanza di complicazioni organico-psichico rilevanti.

Alla base del meccanismo d’erezione è presente un mediatore chimico principale che è in grado di trasformare i vari stimoli erogeni di natura centrale e avviare il processo d’erezione: l’NO (l’ossido nitrico).

Ossido Nitrico meccanismo d'azione

meccanismo dell’ossido nitrico

Quindi, tutte le sostanze naturali che possano incrementare la sua produzione risultano senz’altro efficaci; fra queste citiamo:

  • l’arginina, la citrullina e l’ornitina, che sono i tre aminoacidi che giocano un ruolo primario nell’assicurare una buona produzione endogena di NO;
  • estratti erbali dall’azione “adattogena” (in grado di migliorare le prestazioni fisiche aumentando le capacità di sopportare lo stress sia fisico che mentale): Gingseng (rosso), Rodiola, Eleuterococco, Withania somnifera, il Guaranà, etc.
  • estratti erbali che migliorano la circolazione arteriosa e microdistrettuale come il Gingko biloba, il Mirtillo, il Coleus forskolii, il Melograno, la Berberina e la Silimarina e la Gymnema silvestris, per diminuire l’impatto di alti valori di glicemia e colesterolemia;
  • assunzione regolare di zinco e vit. B6, che modulando la quota endogena di testosterone circolante libero e non legato a specifiche proteine trasportatrici (le SHBG), che ne deattivano gran parte della componente anabolica;
  • alimentazione di tipo mediterranea e attività sportiva regolare.

Escludendo volutamente i nuovi farmaci specifici per la disfunzione erettile la cui competenza e prescrizione restano di assoluta responsabilità dei medici generici e specialisti (in particolare quelli di ultima generazione e cioè gli inibitori della fosfodiesterasi 5, come Sidenafil, Vardenafil e Tadalafil), altre soluzioni-rimedi naturali sono indicati e utilizzati ampiamente:

  • altri estratti erbali come la Damiana, la Maca, il Tribulus, lo Zafferano, il peperoncino, il Melograno, tutte sostanze in grado di migliorare il desiderio sessuale e la produzione di NO, svolgendo una contemporanea azione benefica sulla sfera psichica e metabolica.

I migliori estratti per la Disfunzione erettile (e modalità d’uso)

Come orientarsi in un simile ginepraio? Vediamo quali di questi rimedi sono più sostenuti da prove cliniche.

Nell’ambito delle piante “adattogene” le più consigliate sono:

  • il Ginseng (Panax ginseng rosso o Coreano), dal momento che questa specie più di altri tipi di Ginseng (bianco o cinese) mostra un grado di tolleranza migliore sull’organismo umano e contiene molte più “saponine” (le sostanze farmacologicamente attive e responsabili degli effetti benefici) circa 34; la posologia migliore risulta essere quella relativa a 1 o 2 grammi al dì di estratti contenenti almeno il 30% di saponine;
  • Withania somnifera, detta il Ginseng indiano, pianta dall’antica tradizione e utilizzo millenario come afrodisiaco e tonico epatico, ma che studi più recenti ne hanno amplificato gli effetti positivi su stadi infiammatori, in caso di insonnia, ma utile anche nel caso di disturbi cognitivi. I principi farmacologici responsabili delle azioni attese sono rappresentati dai whitanolidi, presenti soprattutto nella radice che possono fungere da sostanze facilmente convertibili in ormoni umani. Come posologia sono consigliate dosi non inferiori a 400 mg una o due volte al dì, provenienti da estratti titolati e standardizzati al 5% in whitanolidi.

Nell’ambito delle piante officinalis ad attività positiva sulla microcircolazione arteriosa l’estratto erbale più considerato rimane il Gingko biloba che con i suoi innumerevoli principi attivi, quali i gingkoflavonglucosidi al 24%, il 6% di terpenlattoni (gingkolidi A,B,C e bilobalidi), migliora il distretto artero-venoso anche agendo sulla microcircolazione, sia periferica che cerebrale, esitando in un miglioramento della funzione cognitiva e neuronale.

Per quanto riguarda la posologia indicata bisogna rifarsi ad estratti titolati e standardizzati che contengono quei principi attivi prima indicati con le percentuali assegnate: una o due dosi da 60 mg di questi estratti sono il modo migliore per ottenere effetti concreti sull’organismo.

Unica raccomandazione è quella di evitare la contemporanea assunzione di farmaci ad attività anti-piastrinica o addirittura anticoagulanti, in quanto gli estratti di Gingko ne potenziano l’attività farmacologica.

Di sicuro interesse risulta il Coleus forskolii, una pianta originaria dell’India e molto stimata non solo in quel paese ma anche in occidente; gli estratti più utilizzati sono quelli titolati e standardizzati che contengano almeno un 10-20% di forskolina, un diterpenoide, ma anche glicosidi cardioattivi.

Principalmente utilizzata per mantenere un peso corporeo regolare e stabile, per le sue innegabili proprietà lipolitiche, ultimamente ha trovato spazio anche nel caso di disfunzione erettile per un suo meccanismo d’azione che risulta utile nell’attivazione della produzione endogena e la sua stabilizzazione di NO. La posologia indicata è di 60-80 mg, uno o due volte al dì.

L’ultima pianta che pensiamo possa essere utile è il Melograno (Punica granatum): questa pianta è nativa del mondo orientale (Asia), e in particolare l’Afganistan e l’Iran, ma poi è stata naturalizzata ed esportata con successo nel bacino del mediterraneo e nell’Africa settentrionale. La posologia indicata è di 400-500 mg una o due volte al dì.

Come potrai notare sono molteplici i rimedi naturali per la disfunzione erettile, soprattutto a base di erbe officinalis e micronutrienti dalle proprietà adattogene e di spinta endocrina.

 

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