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I 9 migliori Integratori per la fibromialgia

I 9 migliori Integratori per la fibromialgia

Come spiegato in un nostro precedente articolo relativo all’utilizzo del coenzima Q10 come integratore nel trattamento della fibromialgia, esistono oggi soluzioni naturali veramente valide che possano aiutare a mitigare molti dei problemi causati da questa invalidante patologia.

Sebbene si tratti di una condizione la cui eziologia è a tutt’oggi sconosciuta, si suppone che alcuni fattori ambientali come inquinamento atmosferico, intossicazione da metalli pesanti (per approfondire vai ai sintomi e rimedi), abuso di farmaci, infezioni croniche, elevata carica tossinica degli alimenti ecc., possano influire negativamente favorendo la comparsa del problema.

Partendo dal presupposto che un cambio a volte drastico delle abitudini (spesso cattive) quotidiane è la base di partenza per provare a riacquistare il benessere perduto, la moderna nutraceutica ci offre oggi delle soluzioni valide supportate, molte volte, da studi e riferimenti scientifici altamente specifici; entriamo nel dettaglio.

Fibromialgia: è una malattia mitocondriale?

Quando parliamo di fibromialgia facciamo riferimento ad una condizione provocante dolore e tensione diffusa su molte aree del corpo, accompagnata da stanchezza ingiustificata.

Secondo alcuni studiosi l’ultima teoria riguarderebbe una disfunzione dei mitocondri, organuli minuscoli delle cellule aventi il compito di produrre energia per l’intera vita.

Uno studio pubblicato nel 2015 ed eseguito da alcuni ricercatori spagnoli ha mostrato come un cattivo funzionamento dei mitocondri possa essere la causa principale della comparsa dei forti dolori all’apparato muscolo scheletrico. Oltre ai mitocondri esisterebbero delle concause riguardanti un’alterazione genetica dei livelli di serotonina e dopamina, strettamente coinvolti nei processi di elaborazione del dolore.

I sintomi della fibromialgia

L’esordio di questa patologia è abbastanza subdolo ma si manifesta solitamente dopo un trauma fisico e/o psichico. Esso si fa notare fin da subito con algie ed indolenzimento diffuso su aree ben definite denominate “trigger points”, che peggiorano il dolore anche su fasce muscolari e tendinee quando soggette a pressione manuale. A questo si accompagnano poi altre manifestazioni cliniche quali:

  • astenia;
  • rigidità mattutina;
  • insonnia;
  • parestesie;
  • cervicale e mal di testa;
  • ansia;
  • depressione;
  • sibo (intestino irritabile);
  • fenomeno di Raynaud;
  • dolori mestruali.

La diagnosi è clinica in quanto gli esami strumentali e sierologici non mostrano alcun tipo di alterazione.

Integratori per la fibromialgia, 9 rimedi veramente validi

Come affermato dall’esperto in fibromialgia Dr. Jacob Tetelbaumgli integratori possono aiutare a rilassare i muscoli nonchè a supportare i mitocondri nei processi energetici, consentendo così di avvertire meno dolore disponendo al contempo di maggiore energia e resistenza“.

PALMITOILETANOLAMIDE (PEA)
Un ingrediente rivoluzionario nel trattamento del dolore ad effetto analgesico naturale. Il suo meccanismo fù scoperto dal Nobel Rita Levi Montalcini e consiste nella capacità del PEA di penetrare il nucleo cellulare (recettore nucleare) esercitando un positivo effetto. In parole semplici prima che il recettore possa causare dolore diminuendo l’attività antinfiammatoria dell’organismo, devono compiersi alcune azioni biologiche che solitamente si manifestano dopo alcune settimane. Il nesso tra PEA e fibromialgia è presto spiegato: il composto agisce riducendo il rilascio di istamina e fattori proinfiammatori dai mastociti riducendo conseguentemente i livelli di citochine 8. Per valutare l’efficacia della PEA nel mitigare la sintomatologia fibromialgica, è stato condotto uno studio su 37 pazienti (4 maschi e 33 femmine) di età compresa fra 20-74 anni, tutti affetti da fibromialgia.

I criteri diagnostici prevedevano:

a) dolore muscolo-scheletrico diffuso e persistente;
b) presenza di almeno 11 su 18 trigger points;
c) assenza di risposta agli analgesici, aspetto importantissimo per diagnosticare il dolore neuropatico.

E’ stata somministrata palmitoiletanolamide (PEA) 600 mg x 2 volte al giorno per tutta la durata dello studio. I risultati evidenziavano dopo 20 giorni, una risposta positiva da parte dell’84% dei pazienti dimostrando netto miglioramento nel 30% dei casi, miglioramento evidente nel 54% e nessun riscontro positivo nel 16%. A 120gg invece la percentuale di netto miglioramento è salita al 54% (contro il 30% dei primi 20gg) senza mostrare inoltre differenze significative rispetto ad un altro studio prevedente l’assunzione concomitante dei farmaci pregabalin/duloxetina.

ACIDO ALFA LIPOICO
Abbiamo già spiegato in un precedente articolo le proprietà dell’acido alfa lipoico, un antiossidante molto potente in grado di contrastare i radicali liberi ROS o specie ossigeno reattivi. Questa sostanza nutriente e trofica per il sistema nervoso si dimostra efficace nel ridurre il dolore muscolo scheletrico nei pazienti fibromialgici. A tal proposito ricordiamo come la patologia sia associata ad elevato stress ossidativo, causato appunto da una ridotta funzione degli enzimi antiossidanti endogeni e bassi livelli di vitamine antiossidanti ( E, C ed A, oltre al coenzima Q10). Pertanto, nutrienti antiossidanti e precursori del glutatione endogeno come l’ALA potrebbero espletare effetti benefici in tale ambito.

VITAMINA D
I benefici della vitamina D sono indiscutibili. Oltre a modulare il sistema immunitario stimolando l’azione dei linfociti T e consentire la fissazione del minerale calcio nelle ossa, questa importante vitamina sembra ridurre la sintomatologia dei pazienti fibromialgici. Il team di scienziati del Dott. Florian Wepner dell’Ospedale Ortopedico di Vienna ha condotto uno studio su 30 donne con fibromialgia con livelli di calcifediolo <32 ng/ml, al fine di valutare gli effetti dell’integrazione della vitamina nel ridurre le manifestazione dolorose e di altro tipo della patologia. Le partecipanti sono state randomizzate ad assumere integratori di vitamina D per via orale o placebo.
L’obbiettivo nel gruppo utilizzatore del micronutriente era quello di raggiungere, dopo una supplementazione di 20 settimane, livelli di calcifediolo tra 32 e 48 ng/ml. Dopo 24 settimane di trattamento è stata osservata una netta diminuzione della soglia del dolore negli assuntori di vitamina D dimostrando un miglioramento generale della funzione fisica e della fatica mattutina, rispetto alle donne trattate con placebo.

S-ADENOSIL METIONINA (SAMe)
Questo composto agisce positivamente sui livelli del neurotrasmettitore serotonina riducendo il dolore e la depressione, due sintomi tipici dei fibromialgici.
Inoltre, altri studi condotti su pazienti affetti da fibromialgia, mostrano dei miglioramenti in seguito al trattamento con la SAMe. Il dottor Soloman afferma cheil SAMe agisce da produttore e distruttore dei neurotrasmettitori noradrenalina, dopamina e serotonina, ormoni cerebrali che influenzano e regolano gli stati d’animo“. Gli studi suggeriscono una dose di 400mg due volte al dì per sei settimane, iniziando con 200mg giornalieri per poi aumentare gradualmente al fine di evitare disturbi gastrointestinali. Consultare sempre il medico prima dell’uso.

ACETIL L-CARNITINA                                                                                                                                                                       In un interessante video di PharmaStar TV, il Prof. Vittorio Schweiger Professore associato di Anestesia e Rianimazione, Università degli Studi di Verona, ci spiega come l’acetil carnitina possa agire sui meccanismi energetici, antiossidanti e antidepressivi, molto utili per i pazienti affetti da fibromialgia. Altri studi evidenziano poi l’attività della ALC nell’interferire sull’attività della glia, le cellule immunitarie del cervello. Nei casi di dolore cronico, tipico della fibromialgia, la molecola interagisce con i meccanismi responsabili della percezione del dolore, riducendolo.

MAGNESIO
Il magnesio è un minerale fondamentale nei casi di fibromialgia. I sintomi da carenza di magnesio sono accomunabili con i disturbi neuromuscolari della fibromialgia. La carenze di magnesio possono portare a stanchezza cronica, crampi, depressione, insonnia, tensioni muscolari, dolore e rapido esaurimento al pari della suddetta condizione patologica. Per una migliore efficacia terapeutica sono particolarmente indicati i sali organici pidolato, glicerofosfato, gluconato e malato.

VITAMINE DEL GRUPPO B
Con particolare riferimento alla B12, capace di aumentare l’attenzione ed il focus mentale dei fibromialgici. Uno studio svedese del 2015 ha evidenziato un netto miglioramento dei disturbi nei pazienti fibromialgici in seguito all’utilizzo di vitamina B12. Anche le altre vitamine B contribuiscono al miglioramento della sintomatologia.

COENZIMA Q10
Studi clinici hanno messo in luce ridotte concentrazioni plasmatiche di Q10 nei soggetti fibromialgici e affetti da CFS (sindrome da stanchezza cronica). A dosaggi elevati questa molecola può migliorare  (400mg/die) i livelli energetici riducendo al contempo l’emicrania e soprattutto contrastando l’elevato stress ossidativo cellulare prodotto nella fibromialgia.

VITAMINA C
Alcuni pazienti riferiscono benefici assumendo 3-4g giornalieri di vitamina C suddivisi in singole dosi da 1g a stomaco pieno. L’effetto sarebbe sempre riconducibile al potere antiossidante di detta vitamina, in grado di favorire la respirazione cellulare e di conseguenza la resistenza psicofisica dell’utilizzatore.

Fibroalgo di Farmaenergy

Fibroalgo di Farmaenergy – Integratore per fibromialgia

Conclusioni

Come possiamo osservare dalla lista descritta sopra, alcuni integratori sono più specifici mentre altri sono di comune utilizzo ma parimenti importanti per controllare le varie sintomatologie. La fibromialgia non è provocata da una singola causa ma è indotta da più fattori tra loro correlati. Il consiglio è quello di avvalersi di figure mediche competenti anche attraverso l’ausilio della medicina funzionale e ortomolecolare. Non basta sopprimere i sintomi con antidolorifici e antidepressivi ma è necessario arrivare alla radice del problema.

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