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Declino cognitivo: i rimedi naturali per prevenirlo

Declino cognitivo: i rimedi naturali per prevenirlo

Con l’avanzare dell’età, il nostro cervello può subire delle brusche frenate. La responsabilità, però, non è solo dell’invecchiamento che inevitabilmente interessa ognuno di noi. Possono incidere anche specifiche patologie in grado di intaccare memoria e capacità intellettive, andando incontro a un declino cognitivo che può compromettere lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Per prevenirne l’insorgenza o combatterne i sintomi, è consigliato ricorrere a rimedi naturali con funzioni di supporto alla nostra mente. Integratori a base di estratti o principi attivi che esprimono al massimo il proprio potenziale se associati a una corretta alimentazione e a uno stile di vita sano.

Declino cognitivo: cos’è e perché si manifesta

Il declino o disturbo neurocognitivo consiste nella degenerazione delle facoltà cognitive dell’individuo. Riguarda i processi di apprendimento e comportamento, con deficit rilevanti nell’ambito della comunicazione e delle relazioni interpersonali. Ne conseguono problemi di concentrazione e memoria che possono essere causati da danni cerebrali improvvisi e, alcune volte, irreversibili, come l’ictus. Oppure da regressioni progressive che interessano le zone del cervello “sane”, incapaci di compensare quelle danneggiate da eventuali lesioni.

Conosciuto anche come demenza, il declino cognitivo può essere lieve, soprattutto nella fase iniziale, o acuto, quando i sintomi si aggravano col passare del tempo. In genere, colpisce chi è più in là con gli anni. Ma possono riscontrare disturbi neurocognitivi anche soggetti sani nel pieno della giovinezza.

Le cause sono diverse. Di certo, al primo posto, figura il deterioramento cerebrale dovuto al progredire dell’età. Ma possono pesare anche patologie caratterizzate da

  • inefficienza della circolazione sanguigna strettamente connessa ad aterosclerosi e micro-ictus;
  • alterazioni del metabolismo neuronale, che coinvolgono, ad esempio, l’utilizzo del glucosio;
  • restringimento del volume di alcune aree del cervello, come ippocampo e corteccia cerebrale che determinano apprendimento, memoria e senso organizzativo;
  • proliferazione di proteine “tossiche”, tra tutte la Tau, la beta-amiloide e i corpi di Lewy, dannose per le cellule nervose;
  • diabete e livelli elevati di colesterolo LDL;
  • ipertensione;
  • disturbi dell’umore, come depressione o scarsa reattività di fronte a stimoli sociali e intellettivi.

Tra i fattori scatenanti anche la predisposizione genetica, traumi o “cattive” abitudini come

  • sedentarietà;
  • abuso di alcol, fumo, farmaci neurolettici e ipnotici;
  • forti colpi alla testa.

Sintomi e tipologie di declino cognitivo

Il declino cognitivo può manifestarsi in tempi e intensità che variano da persona a persona. E in base all’evoluzione dei sintomi, può distinguersi in svariate tipologie.

  • Uomo anziano con gli occhi bendati che cammina attraverso le lampadine alla ricercaIl disturbo neurocognitivo lieve accompagnato da una sensazione di stanchezza mentale diffusa. Chi ne soffre, si dimentica di concetti e impegni, con spiccati problemi di concentrazione e memorizzazione, come quando si legge un libro o si guarda un film. Si alternano momenti di spaesamento a reazioni impulsive, associate ad ansia, irritabilità e insonnia.
  • Il declino cognitivo collegato alla malattia di Alzheimer. Ne sono affetti soprattutto gli individui con più di 60 anni. Il suo sviluppo, solitamente, è riconducibile ad apolipoproteina e4, Tau e beta-amiloide che, accumulandosi nei pressi dei neuroni del cervello, portano alla morte delle cellule nervose in amigdala e ippocampo. Ne risentono apprendimento e conservazione di informazioni. Si ravvisano anche deficit linguistici, intellettivi e motori, con frequenti perdite d’orientamento nello spazio e nel tempo.
  • Disturbi derivanti dal morbo di Parkinson che danneggia le cellule cerebrali incaricate di produrre dopamina. I sintomi sono molto simili alle forme di declino sopracitate, con l’aggiunta di deliri e allucinazioni, apatia, personalità altalenante ed eccessiva sonnolenza diurna.
  • Deficit neurocognitivi vascolari che, come dice lo stesso termine, sono causati dall’alterata circolazione sanguigna cerebrale e dallo scarso apporto di nutrienti e ossigeno. Diabete, fumo, pressione alta, malattie cardiovascolari possono accelerare questo processo degenerativo che dipende anche dall’area del cervello colpita. A tal proposito, le conseguenze possono essere confusione mentale, depressione, agitazione, vagabondaggio notturno, necessità di urinare costantemente senza riuscire a trattenere lo stimolo, mancanza di memoria, equilibrio e attenzione.
  • La demenza con corpi di Lewy, declino “fluttuante” in grado di intaccare vigilanza e coscienza con sincope, scarsa consapevolezza, cadute, deliri sistemici, incontinenza urinaria e squilibrio ortostatico.

Rimedi naturali per prevenire e combattere il disturbo cognitivo

Per prevenire i sintomi del declino cognitivo, il suggerimento è quello di affidarsi a rimedi naturali studiati appositamente per la cura di disturbi mnemonici e intellettivi. Si tratta, in gran parte, di integratori a base di

  • Acetil Carnitina, come l’Alcar. Incoraggia la sintesi dei neurotrasmettitori spesso danneggiati proprio da patologie neurodegenerative. Modula il ricambio delle cellule nervose e, grazie alle proprietà antiossidanti, le protegge dalle specie reattive dell’ossigeno e dai prodotti avanzati della glicosilazione. L’Acetil Carnitina, peraltro, facilita la beta-ossidazione e il trasporto degli acidi grassi nei mitocondri. Ecco perché è un toccasana contro l’Alzheimer, l’invecchiamento precoce, e tutti i disturbi che compromettono funzioni logiche, verbali e selettive;
  • Acido Alfa Lipoico o ALA, capace di placare la sintomatologia connessa a malattie neuropsichiatriche (deficit di attenzione e memoria, allucinazioni, depressione). Contrasta i radicali liberi e svolge azione enzimatica sui mitocondri. Incentiva la produzione di energia e il metabolismo del glucosio;
  • Curcumina liposomiale, antinfiammatoria e antiossidante. Si tratta del principio attivo della Curcuma. In primis tutela cuore e vasi sanguigni dai picchi di colesterolo “cattivo”. E apporta benefici al cervello, soprattutto se affetti da Alzheimer, intervenendo a livello molecolare. I suoi effetti, però, sono ancora al vaglio degli esperti, nonostante diverse ricerche scientifiche abbiano già rilevato quanto detto. Caratteristiche in comune con la Fosfatidilserina, fosfolipide tipico delle membrane biologiche. Sostiene la secrezione dei neurotrasmettitori, e difende i neuroni. Uno studio recente ha provato l’efficacia della Fosfatidilserina somministrata a un gruppo di 140 soggetti con Alzheimer. Sembra che, se assunta in dosi pari a 200 mg al giorno, per tre mesi, migliori le facoltà mentali;
  • Ginkgo Biloba, molto usata anche in fitoterapia. Fonte di flavonoidi, contrasta lo stress ossidativo e ritarda l’invecchiamento. Può essere impiegata in caso di demenza senile, poiché, promuovendo la circolazione sanguigna cerebrale, favorisce l’apporto dei nutrienti ai tessuti e l’eliminazione di scorie e tossine;
  • Omega 3, acidi grassi polinsaturi antitrombotici e antinfiammatori. Stimolano l’integrità delle membrane fosfolipidiche e la comunicazione cellulare. Oltre a ridurre gli eccessi di trigliceridi nel sangue e il colesterolo LDL, fungendo da fluidificanti e vasodilatatori, gli Omega 3 aiutano il cervello, ottimizzando memoria e concentrazione contro l’incedere di disturbi cognitivi relativi alla terza età. È indicato, a tal proposito, ricorrere a composti come l’olio di pesce;
  • S-Adenosil Metionina, meglio nota come Sam-E. Prodotta a partire dall’ATP e dalla metionina, prende parte alla sintesi di diversi neurotrasmettitori e a svariate reazioni biochimiche indispensabili per i tessuti di cervello, fegato e articolazioni. Coadiuva il buonumore e la qualità del sonno;
  • Tè Verde, ricco di polifenoli come le catechine, ideali nel trattamento di patologie cardiache e coronariche, tumori, aterosclerosi, colesterolo e trigliceridi. Il Tè Verde impatta anche sulle cellule cerebrali, prevenendo eventuali danni frutto di scompensi neurodegenerativi causati da Alzheimer e Parkinson;
  • Vitamine del gruppo B. Nello specifico, i folati, la B6 e la B12 supportano i processi corticali alla base del metabolismo, come la metilazione dell’omocisteina. Quest’ultima viene trasformata in metionina e usata poi per la riparazione di danni al sistema nervoso centrale, e per la sintesi di DNA. Evitano disturbi della performance cognitiva e delle capacità cerebrali, rallentando il tasso di atrofia. La colina, inoltre, è la più efficiente del complesso vitaminico B perché, penetrando nella barriera ematoencefalica, forma l’aceticolina, neurotrasmettitore alleato di memoria, apprendimento e attenzione. Le vitamine solitamente sono abbinate a minerali quali selenio, che influenza anche la coordinazione, e magnesio, con effetto sedativo su sistema nervoso e ipofisi.

In sintesi

I rimedi naturali consigliati in caso di declino cognitivo esplicano al meglio la propria efficacia se affiancati da una corretta alimentazione e da costante attività fisica. È possibile, senz’altro, tenere attiva la propria mente con piccoli trucchetti relativi alla quotidianità. Leggere un libro, dilettarsi coi cruciverba, fare lunghe passeggiate in compagnia, imparare una lingua straniera, suonare uno strumento: sono tutti stratagemmi capaci di fortificare il cervello, preparandolo a possibili processi neuropatologici.

In ogni caso, prima di assumere supplementi integrativi, è sempre bene consultare il proprio medico di fiducia o specialisti del settore in grado di suggerire la terapia e le formulazioni più adatte alla tipologia e all’entità del disturbo cognitivo riscontrato.

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